< Pagina:Pontano - L'amor coniugale.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

libro i 37

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:49|3|0]]


o Bacco, e farò la tua lode; tu allevii agli afflitti il dolore,
nulla il mortale cuore senza di te mai gode.

Ti pianterò le viti, se pure con opera lenta,
onde Arïadna intenta agli olmi le mariti;48

con piccoli vimini presso i rami cadenti sollevi,
essa: alle zolle grevi vibrerò il sarchio io stesso;

ché sol dell’uomo lavoro è questo e la falce e i rastrelli:
i corpi tenerelli amano l’opre loro.52

E forse, o Amor, ti piaci premiar la fatica operosa
e alle labbra di rosa rapire i dolci baci,

bello con mani pronte riarzarle un ricciolo fine,
accomodarle il crine intorno alla sua fronte.56


Felici d’Arabia le genti, là dove le mogli i guerrieri
seguon sui lor destrieri rapidi trascorrenti:

recan le lance agli sposi i lor giavellotti ed i pali;
sono al periglio eguali le coppie d’animosi:60

comune ad entrambi la sorte, comune il travaglio di guerra,
mordono insiem la terra nella gloriosa morte.


Oh, se anche a me il cimiero, se l’asta portasse il mio amore,
vedresti il forte cuore del tuo lontan guerriero.64


L’armi porgete: mi piace al suon delle belliche trombe,
là dove l’oste incombe menar la mano audace:

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.