< Pagina:Pontano - L'amor coniugale.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:73|3|0]]

XVIII

NENIA DECIMA

(La mamma accarezza la cagnolina e invita il sonno pel bimbo)


Luscula, fa’ la cuccia, non rompere il sonno al piccino,
dormi anche tu un pochino, vezzosa Lusculuccia.

Entra tu invece, o sonno: la Luscula buona ora tace:
Lucïetto le piace e tu le piaci, o sonno.4

Essa ti strizza gli occhietti e quasi li chiude il piccino,
dicono: sonnellino, vieni, che cosa aspetti?

La bella canina si sente che dorme e che russa un pochino:
cadono a Luciettino stanche le ciglia e lente.8

Dormi, Lucietto, dormi: riposa, diletto piccino,
alla cuna vicino Lisa ti canta, dormi!

Oh, come il sonno è lene, riposo concede sí dolce!
esso gli occhietti molce, accarezza le vene!12

Esso ci dona la pace e toglie dall’alma ogni affanno,
nel suo placido inganno ogni corpo si giace.

O sonno, che buono ristori i giovani e i vecchi già stanchi
dentro ai tuoi lini bianchi nei placidi sopori,16

colma pel bimbo mio le bianche mammelle soavi,
onde di latte gravi le sugga egli giulío.

Ode e sorride il piccino, un sogno il tetè gli rimembra:
verso le poppe sembra agiti le manine.20

Dormi, o piccino assetato: di latte ad un candido petto
fluisce il rivoletto che tu berrai svegliato.



    61

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:73|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.