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libro iii | 71 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:83|3|0]]
e tu sedevi in mezzo fra i giovani sposi, parlando
delle delizïose gioie del letto amato.
E per la tua presenza felice fu il letto sponsale
e il talamo una fede s’ebbe costante alfine.20
Qui vieni dunque, o Imeneo: ti chiama la villa: sorride
a te la casa adorna, ridono i campi in fiore;
l’elegante Arïadna ti attende sul suo limitare,
e tutti i piú bei fiori pone per te in corone.24
Mentre compone i serti a lei per il candido viso
ridon le belle rose datele dalle Grazie,
spira dagli occhi suoi la grazia gentil che Ciprigna
mesce al divin sorriso quando agli dèi favella.28
Anzi essa canta: “Alle mense nuziali, deh vieni, Imeneo,
te la novella sposa alle sue stanze vuole.
Vieni, o Imeneo sí bello, deh, vieni, o Imene, Imeneo,
te con le danze e i canti, te la tua festa vuole.32
Vieni, o Imeneo, non senti? con rapide note ti chiama,
suona l’eburneo flauto tenere melodie.
Vieni, o Imeneo, t’invoca pur Antinïana gentile,
di rustica zampogna alle armonie novelle.”36
“Gode il giardin del rivo, e godon dei salici i prati,
godon gli stessi salci, godon dei prati loro;