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76 | l’amor coniugale |
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Poi che il paterno nonno[1] d’Apollo e di Marte il favore
s’ebbe e le Muse a gara crebberlo all’opre loro:
l’altro dell’antro aonio conobbe i recessi divini,
e lo protesse ancora Marte con l’elmo suo.[2]144
Nasca una figlia, o Aurelia, che serbi il tuo puro costume,
serbi il tuo viso e serbi l’alto decoro tuo:
però che a madre e figlia concesse la giusta Minerva
tutto e le Grazie amiche furono al lor pudore.148
Scenda dall’una e dall’altra ben lunga progenie. “O dei campi
figlie, o dei boschi donne, dèe che le selve amate,
fresche ghirlande di fiori recate agli sposi al novello
mattino e in bei panieri tutti dei campi i doni:152
tu stessa, Antinïana, portando i tuoi favi di miele
e il fior del latte, canta i fescennini sali.”