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76 l’amor coniugale

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Poi che il paterno nonno[1] d’Apollo e di Marte il favore
s’ebbe e le Muse a gara crebberlo all’opre loro:

l’altro dell’antro aonio conobbe i recessi divini,
e lo protesse ancora Marte con l’elmo suo.[2]144

Nasca una figlia, o Aurelia, che serbi il tuo puro costume,
serbi il tuo viso e serbi l’alto decoro tuo:

però che a madre e figlia concesse la giusta Minerva
tutto e le Grazie amiche furono al lor pudore.148

Scenda dall’una e dall’altra ben lunga progenie. “O dei campi
figlie, o dei boschi donne, dèe che le selve amate,

fresche ghirlande di fiori recate agli sposi al novello
mattino e in bei panieri tutti dei campi i doni:152

tu stessa, Antinïana, portando i tuoi favi di miele
e il fior del latte, canta i fescennini sali.”


  1. Antonello Caviano, da giovane studioso di lettere, piú tardi segnalatosi come guerriero nella guerra angioina [1458-’64] (Tallarigo I, pag. 93-94, nota 3).
  2. Modestia a parte! In quest’epoca (1483) egli non poteva, da buon umanista, vantare ancora i suoi successi diplomatici.
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