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libro iii | 81 |
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questa la moglie mi prende e scalda nel fervido seno;
e viene il sonno, al fianco della mia cara è Imene;
qui ci congiunge il dio e stanche le membra nel sonno
posano, va il sopore placido al petto anelo.100
Opra è di te, Imeneo. O dimmi, zampogna, le cose
placide che Imeneo suole tra i campi amare.
Teneri piccoli alleva, li scalda nel nido l’augello
trepidamente e il cibo con il suo becco porta;104
ma quelli ormai cresciuti, vestiti di piume leggere
lasciano il nido ed il dolce becco della mammina:
scalda la trepida madre nel grembo la tenera figlia,
la nutre col suo seno, con ogni amor l’alleva;108
ma quella poi che vide il caro marito e le nozze
lieta la casa e lieta lascia la dolce madre.
Opra è pur questa d’Imene: per lui la fanciulla il suo crine
pettina il giorno e cerca farsi piú bella ognora;112
prepara a notte i baci, prepara gli amplessi e i piaceri,
pensa al diletto amore, pensa alle sue delizie.
Come in giardino aprico germoglia il soave giacinto,
che attenta mano educa, acqua felice irriga,116
quello accarezzan l’aure e il tepido sole riscalda
e rorida ristora vaga notturna stilla;
ma poi che tra le aiole i fulgidi petali apriva,
del suo signor la mano tenero ancor lo coglie:120
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