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gramo corpo macilento, e dietro i lazzi e sotto la maschera del turco intravediamo la smorfia del dolore e della sofferenza, che induce al perdono della colpa. Si direbbe che colla scomparsa di Akmett comincino gli anni più tormentati del poeta. La sua salute declina. Le fitte della gotta lo vanno attanadiando. Si accentuano le sue preoccupazioni private e finanziarie. Tutto ciò deve aver influito sul suo carat- tere, facendogli schivare gli umici, e rendendolo misantropo, ner- voso, disuguale, insofferente. Questo spiega forse il perchè non abbia mai avuto cariche sociali al Giardino, dove pure doveva contare numerosi estimatori ed amici. Ma anche i suoi rapporti coi soci si andavano allentando, e senza che ci risulti che abbia dato, le sue dimissioni, egli andava app>artandosi sempre più. E del 1818 la stupenda satira " £/ casin di Andeghée'. Se guardiamo le edizioni portiane finora pubblicate con commenti, dobbiamo constatare che tutti i commentatori si sono tramandati la peregrina notizia che questo era un Circolo che esisteva in via Andegari, e, a scanso d'equivoci, alcuni danno la precisa ubi- cazione della via, e t>cr poco non vi aggiungono una carta to- pografica. Si potrebbe credere che nessuno di quei commentatori fosse milanese, se nessuno pensò di dare alla parola " andeghée ' il suo vero significato, anziché imaginare un ipotetico casino di via An- degari, non mai esistilo. Andeghée nel dialetto milanese vuol dire un uomo antiquato, pedante, oarbogiot retrogrado, parruccone, codino, forse jierchè uno della scomparsa famiglia Andegari, che diede il nome alla via, lasciò nel popolo memoria di abitudini antiche, tenacemente conservate. Al Porla parve che i suoi consoci stessero diventante "an- deghée ". E in parte era vero. Anzi lo furono un po' sempre. La loro caratteristica fu la " saggia moderazione ". Per dare un esempio, quando l'invasione francese fece dilagare la sfrenata mania del giuoco nelle case, nei caffé, nei ridotti, tantoché dovette interve- nire il Commissarialo di polizia francese, i soci del Giardino, come risulta dall'archivio, invece di seguire la corrente, s'inalberarono contro la facile ammissione di nuovi soci, per paura che potes- sero portare " un turbamento nelle abitudini sociali, specialmente per quanto riguardava i giuochi *. Cosi si permettono solo i giochi più innocenti del mondo, e i soci sono " Tutt professor d'om- bretto e de tarocch ". Cessata la gazzarra francese, e ripresa la dominazione austriaca, anche alla Società del Giardino si ritoma