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e campanili. I punti più pittoreschi, come quello sul bastione di porta Tosa d'onde vedovasi la bella cupola di S. Maria della Passione, eran ritrovo d'artisti nostrani e stranieri, e li Iroviam ri- prodotti in incisioni del tempo uscite p>erBno da officine ingled. Milano era pittoresca anche all'interno, in particolar modo lungo il naviglio fiancheggiato in gran parte del suo percorso da vec- chie case con lunghe, fiorite balconate di legno, da tettoie, da magaZ' zini di legname e di pietre. Una bella litografia dell'Elena ci ha conservato il ricordo del ponte di S. Vittore, un agglomeramento di vecchie casupole di diversa altezza si che il tetto dell'una si appoggia alla fronte dell'altra, tutte raggruppate intomo alla torre dell'antica pusterla di S. Ambrogio; una stampa inglese ci ra{>- presenta il laghetto dell'ospedale dove, nei momenti di maggior concorso di barche in quel punto del naviglio, ne entravano alcune [)er lasciar il passo alle sopravvenienti, e dove, per antico privi- egio, la Fabbrica del Duomo scaricava i suoi marmi che dalla cava di Gandoglia, pel Lago Maggiore, pel Ticino e pel naviglio, venivano a Milano. Non men degna di pemiello e di bulino era la sfilata di case con doppie file di loggie pensili in legno lungo il naviglio giù dal ponte de' Fabbri: guardatele nella mirabile stampa del Galiiari. £ guardate in una delle magnifiche vedute di Milano di Domenico Aspàri le adiacenze del naviglio fuor di porta Ticinese col caratteristico monumento presso al ponte del canale di Pavia dedicato al Govenator di Milano Fuentes che una grande epigrafe, inquadrata, non senza gusto, fra due mar- moree sirene, vantava come autore del canale stesso, mentre sotto il suo governo fu appena iniziato e attese per più d'un secolo la prosecuzione e il compimento. Più indietro, al posto dove sorse nel 1815 il bel propileo del Gagnola a ricordo della pace conchiusa, l'Aspàri ha ritratto i due rozzi capannoni che servivano ai dazio, qui come in altre porte, prima che venissero sostituiti da archi o da edifici monumentali come a porta Nuova, a porta Comasina e a porta Orientale. Facciamo un giro per la città e cominciamo dalla piazza del Duomo. Non era essa grande ne bella come oggi, ma aveva pure il suo fascino; i milanesi autentici osservano con compiacenza i disegni e le stampe che la rappresentano. A nord il lungo fab- bricato dei Figini col sottostante portico dagli archi a sesto acuto.