< Pagina:Postuma.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
110 postvma.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Postuma.djvu{{padleft:110|3|0]]


  Stretti, serrati insiem come due sposi
Delle prime carezze all’indomani
Soli camminavam per misteriosi
Silenzi, all’ombra delle querce immani:
E dalle vesti sue, dagli odorosi
Capegli uscieno quei profumi arcani,
Quei profumi di carne e di salute
24Che vanno al cor per vie non conosciute.

  Ai margini del guado alfin venuti
Un pensiero ci colse all’improvviso
E così ci fermammo irresoluti,
Così tra la vergogna e tra il sorriso.
Eravamo soletti e non veduti
Ed arrossendo ci guardammo in viso;
Con un fruscìo gentil l’acqua fuggiva
32E dovevam passar sull’altra riva.

  Pur mi feci coraggio e dissi: vieni,
Vieni, ti porterò tra le mie braccia:
Ella disse di sì, rise e i sereni
Occhi mi fisse arditamente in faccia.
Io mi sentii fuggir su per le reni
La voluttà come una lama diaccia;
La lingua ribellossi alla parola
40E il cor parea che mi saltasse in gola.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.