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LXXVI.


AD EMMA


 

ERCHÈ della tua porta, Emma gentile,
  La vergogna mi ferma al limitar?
Perchè sei tanto bella e tanto vile?
4 Perchè ti bacio e non ti posso amar?

Lieta tu pur m’accogli e ne’ giocondi
  Occhi di voluttà trema un balen;
Piovon disciolti i tuoi capelli biondi
8 Sulle giunonie spalle e il nudo sen.

Oh, le lunghe carezze e l’infocate
  Strane lascivie tue chi dir le può?
Chi l’ha baciate, di’, chi l’ha baciate
12 Le tue labbra frementi e le scordò?

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