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Oh, quante volte stanco io chiusi gli occhi
  Poichè la forza al mio desir fallì
E il capo riposai sui tuoi ginocchi
16 Desiderando di morir così!

Ma quando sull’aurora una lontana
  Squilla di bronzi entrambi ci destò,
Pagai le tue carezze, o cortigiana,
20 E la vergogna in cor mi ritornò.

Torna, cagna furente, al tuo covile
  Sotto ai bruti irruenti a spasimar,
Torna all’infamia tua; sei troppo vile,
24 Sei troppo vile; non ti posso amar!



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