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È la vita che move il tenerume
Del polipo natante;
È il vegetar del verro entro al pattume
Del brago ributtante;
Un medico direbbe: è un caso bello
18D’atrofia di cervello.
E pur così sempre non vissi, e torna
Il mio pensiero ai lieti,
Ai cari monti che la vite adorna,
Ai tranquilli oliveti,
All’innocente riso, alla gaiezza
24Della mia fanciullezza.
Odorati rosai, dov’è rivolta
Ogni speranza mia.
Dove il mio core amò la prima volta
E che l’estrema fia,
Questo vi giunga almen lontano addio,
30Rosai dell’amor mio!
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