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Conte.

Che avvenne? che avvenne? Tu non supponi che l’imbecille possa aver un lampo di senno, il cieco un raggio di luce, e mi domandi che avvenne? Giù la maschera scellerata’, la maschera ipocrita dell’amico, e mostrami nuda una buona volta la faccia.... ormai l’impostura non ti giova...

Salvi.

Sei tu impazzito?

Conte.

Non potevi tu uccidermi senza avvelenarmi la piaga? Ma fingersi innamorato di mia figlia, dell’unica mia figlia, e farla complice innocente in questo gioco infernale.... fare di questo amore un pretesto per tradire la ospitalità, per sedurre la madre!

Salvi.

Basta, perdio! non proseguire... Sei pazzo!

Conte.

(con ira crescente). Io ti credevo il migliore degli amici, il tipo della fierezza e dell’onestà; avevi sedotto me pure, ed io ero felice di dare alla mia Camilla un marito che credeva degno di lei.... e tu intanto ne profanavi la casa.... ne tradivi il padre....

Salvi.

Signor conte, per ciò che avete di più sacro...

Conte.

Oh! cose sacre al mondo? e ve ne sono ancora? giuraste anche per le ceneri di vostra madre, non riescireste a rimettermi la benda. Questa notte non

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