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Salvi.
Ah! voi partite dunque... a quanto sento, signora?
Matilde.
Sì, partirò, signor avvocato: poichè nelle disgrazie l’amicizia sparisce.... comprenderete che il soggiorno di Milano non può più essere il mio.
Salvi.
Lodo la vostra prudenza.
Maria.
Enrico.... credo che di là abbiano bisogno di voi. — Signora Foschi.... abbandonate dunque vostra figlia.... Enrico, è tardi sapete?
Salvi.
I miei complimenti, signora. (Matilde).
Matilde.
Signore.... (s’inchina con freddezza, Salvi esce).
SCENA V.
Maria e Matilde.
Maria.
Signora Foschi, voi avete certo la madre, la sorella, qualche parente, senza dubbio, cui confidate nell’assenza la vostra creatura?
Matilde.
La metterò per ora in un collegio! poi se le mie speranze non falliscono