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Salvi.

Vi prego, signora, vi sono certe lodi che fanno arrossire come gl’insulti.

Matilde.

Eh via! non arrossite, pudico. Ora che il processo è finito spero che ritorneremo buoni amici come prima. Che comodità, essere libera, libera come una vedova, senza la noja.... (ravvedendosi) e il dolore del lutto. Ho già steso tutto il piano della mia Vita Nuova; domani ve ne farò parte; questa sera saprete il mio nuovo domicilio; ho intenzione di passare la primavera in Brianza, in quella cara Brianza, Enrico!...

Salvi.

Vi saluto, signora; a casa vostra troverete un plico contenente alcuni vostri documenti, che tengo ancora fra mani, e un bigliettino.

Matilde.

Un bigliettino?....

Salvi.

Sì.... è la polizza dell’avvocato; tre o quattro cento franchi tutt’al più: adesso siete diventata così ricca!

Matilde.

Dunque è proprio vero che non mi amate più, Enrico.

Salvi.

E naturale, vi mando la polizza.

Matilde.

Ah! — Io che pure speravo non avervi perduto, Enrico, io che per raccostarmi più a voi, che amavo e amo ancora, volli legarvi coi nodi di questo sgra-

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