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Salvi.

A chi parlate?

Collalto.

Oh bella! a chi m’ascolta.

Salvi.

(brusco) Allora siete sicuro di parlar solo.

Collalto.

Ah! ah! caro Salvi, sempre fatto! siete un gran bravo ragazzo; fuori che in materia di conquiste: là, avete le idee ancora un po’ retrograde. — Alcuni giorni fa mi domandavate, parlando della contessa, se ero appena uscito dal collegio; oggi a voi, caro Salvi! la contessa è lì lì per cadere. Ah! ne avrei delle belle a dirvi. (ridendo). Ah! ah! volete che vi racconti la storia del mio amore?

Salvi.

(serio). Tempo fa conoscevo di vista un certo tale che m’aveva l’aria di persona abbastanza educata ed onesta, se non che una volta gli saltò il grillo di raccontarmi un suo libero romanzetto con una signora, che del resto io non conoscevo moltissimo. Non so più se il romanzo avesse stile di menzogna o di verità, ma il fatto si è che, a metà del racconto, io consegnai il mio biglietto a quel signore. — Un giorno dopo quel signore aveva un braccio al collo.

Collalto.

(ridendo). Ah! ah! caro Salvi! sempre allegro; ne sapete di belle voi, mio buon collega!

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