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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Praga - Memorie del presbiterio.djvu{{padleft:258|3|0]]intervalli, quando veniva a galla, i barcaiuoli gli gettavano dei monosillabi di consiglio, di avvertimento.— Si trattava certo di qualcuno caduto nel fiume.

De Emma, in mezzo alla folla raccolta sulla sponda, guardava, aspettava con grande ansietà: avrebbe voluto essere dalla partita di salvataggio.

Cosa strana; il sentimento della vita spento dal tedio della propria esistenza, rinasceva in lui dalla compassione per quell’infelice.

Finalmente una esclamazione venne dal fiume ad annunziare il successo dell’impresa.

Una barca si staccò innanzi alle altre e si avvicinò rapidamente alla riva. Recava il corpo inanimato di una donna.

I barcaiuoli la portarono in una casupola vicina. e chiusero i battenti dell’uscio in faccia alla curiosità invadente della folla.

Dopo qualche minuto, un finestrello s’aperse; una voce gridò:

— Un medico!...

— Eccolo, rispose De Emma, che era rimasto là in mezzo.

L’uscio si riaperse e fu introdotto nella camera.

La donna distesa sopra un mucchio di reti non s’era punto riavuta. Egli si assicurò che il cuore le batteva fievolmente.

Era giovane e bellissima: indossava una splendida veste di raso bianco e aveva un stupendo monile di brillanti al collo.

Quella brava gente aveva esaurito senza frutto tutti i soliti mezzi empirici per richiamarla alla vita.

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