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la fontana di bakcisarai. | 63 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu{{padleft:104|3|0]]cuore pieno della tua imagine può palpitare per una altra amante? Eppure, l’indifferente e feroce Ghirei disdegna i tuoi favori, e consuma le gelide ore della notte nella mestizia e nella solitudine, dacchè una principessa polacca abita il suo harem.
Non è molto che la giovane Maria vive sotto estranio clima: poco fa, essa fioriva nella propria famiglia accanto a un padre affettuoso che la chiamava sua consolazione e sua gloria. La di lei fanciullesca volontà gli era legge. Una sola cura lo occupava: ambiva che la sorte della diletta figlia fosse splendida come un dì di primavera; che nè anche il minimo duolo conturbasse il di lei petto, e che dopo maritata, si ricordasse con delizia il tempo dell’adolescenza, quelle ore festose e gioconde che si dileguano come lieve sogno. Ogni cosa in lei destava maraviglia: l’indole gentile, i moti graziosi, vivaci, gli occhi d’un azzurro cupo. Ai doni della natura univa quelli dell’arte e allegrava i banchetti domestici coi suoni melodici dell’arpa. Molti potenti e ricchi signori chiedevano la di lei mano, e molti giovani timidi sospiravan per lei di secreto amore. Ma la vergine tranquilla e candida non conosceva ancora le passioni, e nel castello del padre dedicava l’ore dell’ozio a scherzare colle care compagne.
Non durò molto quella felicità. Una orda di Tartari si sparse per la Polonia, colla rapidità d’un torrente che invade le pianure, o d’un incendio che divora le mèssi. Le fiorenti contrade devastate dalla guerra, divengono un deserto; cessano gli innocenti sollazzi e i giuochi; spariscono i villaggi e i querceti. Il magnifico castello è desolato, la camera di Maria