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188 | eugenio anieghin |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu{{padleft:229|3|0]]guiva in una inerzia fracida, senza impiego, senza moglie, senza occupazione, e non sapeva prender gusto a nulla. Lo spleen s’indonnò di lui; volle mutare aria (pensiero funesto, croce volontaria d’un gran numero di ricchi). Lasciò il suo villaggio, la solitudine delle selve e dei campi, ove di continuo gli appariva una ombra sanguinosa, e incominciò a viaggiare a a caso e in preda a una idea unica. Ma i viaggi, come tutto il resto, lo annoiarono. Tornò a casa, e, come Ciaschi, dalla nave passò al festino.
E la folla ondeggia e mormora, e una notizia vola di bocca in bocca.... Una dama accompagnata da un grave generale, s’approssima alla padrona di casa. Non è nè premurosa nè sdegnosa nè loquace. Non guarda la gente con disprezzo, non cerca, non allice gli applausi e l’attenzione, non fa smorfie e contorsioni; ha un tratto nobile, semplice, modesto, e tutti l’ammirano. Essa è il più perfetto modello del comme il faut. — Scusate: anche questa è una espressione che ci manca.
Le giovani signore si assidevano già presso ad essa; le vecchie le sorridevano, i cavalieri la salutavano profondamente, e cercavano di ottenere un suo sguardo; le fanciulle attraversavano il salotto con passo più lento quando passavano avanti a lei, e il generale che l’accompagnava, alzava il ceffo e le spalle più di tutti gli astanti. Essa non poteva dirsi bella, ma in tutta la sua persona, dal sommo della testa alla punta dei piedi, non avresti potuto scoprire ombra di ciò, che nei crocchi aristocratici di Londra, si chiama vulgar... Vorrei tradurre questo termine, ma non posso.... è nuovo nel nostro idioma, e temo