Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
pultava. | 211 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu{{padleft:252|3|0]]dre si accingono a placar quel turbamento, a dissipar quello affanno e quel timore, a ristorar la calma in quella mente. Ma indarno.
Due giorni passano. Maria, vacillante e squallida come ombra, ora piange, ora sospira; non mangia, non beve, non dorme. Il terzo giorno, la sua stanza era vuota.
Come e quando essa sparisse nessuno seppe. Un pescatore udì, a notte avanzata, un corsiere galoppare, un Cosacco parlare nella sua lingua, e una donna bisbigliare; — e la mattina seguente, si scoprirono, sulla rugiada dei prati, le orme di otto unghie di cavallo.
Non solo le guance d’un bel giovine, vestite di molle lanugine, non solo un volto cerchiato di biondi inanellati crini; ma anche l’aspetto austero d’un vegliardo, le rughe della fronte, i capelli grigi, possono destare nel cuore d’una tenera fanciulla sogni e deliri amorosi.
L’orrenda notizia giunge all’orecchio di Cocciu-bei. Maria ha calpestato il pudore, ha tradito l’onore per darsi nelle braccia d’un ladrone: oh vitupero!... Il padre e la madre non vogliono credere alla voce che corre. Ma quando ogni dubbio si convertì in certezza; quando la loro onta fu patente, compresero finalmente la perversità della figlia; videro perchè rifiutava tutti i pretendenti, perchè fingeva di aborrire il nodo coniugale; perchè piangeva e sospirava in disparte, perchè ascoltava con tanto diletto i racconti dell’etmanno durante i banchetti, quando il vino spumava nelle tazze; perchè essa non cantava altri stornelli, che quelli composti da esso nella