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il conte nulin. 29

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu{{padleft:70|3|0]]rovescia una seggiola in mezzo al buio, e, colla speranza di ottenere il suo desire, si dirige, nuovo Tarquinio, verso quella Lucrezia, pronto ad ogni incontro.

Così talvolta un gatto astuto, smorfioso favorito delle serve, si pone in agguato presso al focolare; s’inoltra bel bello, furtivamente, socchiude le palpebre, ruzza colla coda, sguaina gli artigli, e a un tratto acchiappa l’infelice sorcio.

L’innamorato conte s’aggira nelle tenebre, e si fa strada brancolando; oppresso dall’ansia del cuore, può appena trarre il fiato, e trepida quando ode il tavolato scricchiolargli sotto ai piedi. Giunge alle bramate mura, volta la maniglia d’ottone della toppa, e l’uscio pian pianino cede. Egli getta un’occhiata nella camera: la fiamma della lampada mezzo estinta diffonde un fioco bagliore nell’alcova. La padrona riposa placidamente o finge di riposare.

Egli entra, fruga, torna addietro, e finalmente si butta in ginocchioni. Essa.... Ora, con suo permesso, prego le signore di San Pietroburgo d’imaginarsi che spavento provò al destarsi la nostra Natalía Pavlovna, e di decidere che cosa conveniva che facesse.

Spalancando i suoi grandi occhi, essa mira il conte; il nostro eroe esterna con calore la sua passione, e già la sua mano audace preme quella della dama.... Essa allora riprende coraggio; accesa d’un generoso sdegno, ripiena di pudica superbia, e forse anche, vo’ credere, di paura, balza dal letto, e vi brando il braccio, dà a Tarquinio uno schiaffo; sì, uno schiaffo, e che schiaffo!

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