Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
52 | la fontana di bakcisarai |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu{{padleft:93|3|0]]
I.
bakcisarai di giorno.
La reggia di Ghirei è tuttora vasta ma deserta. Le locuste saltellano, le vipere s’attorcono pei veroni e pei portici spazzati altre volte dalla fronte dei pascià, e per quelle mura ove risiedeva l’autorità sovrana, ove s’annidava l’amore.
L’ellera parasita insinuandosi per le finestre variopinte s’arrampica alle pareti e agli archi; le piante usurpano il posto dell’uomo in nome della natura, e scrivono sui muri, nel linguaggio di Baltazare: Ruina.
In mezzo alla sala sta una vasca di marmo tuttora incolume. Fu questa la fontana dell’harem; e spargendo lacrime di perle, essa grida nella solitudine:
«Ove siete, amore, potenza e gloria? Dovevate durare de’ secoli; l’onda tuttora scaturisce dalla polla. O vergogna! siete spariti, e la fontana resta.»