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altresì che la brevità di questo scritto renda indulgente il lettore per cenni che devono necessariamente riuscire incompleti.
In Atene votavano nel Ceramico 20 mila cittadini liberi. Il resto erano schiavi. A Sparta v’erano gl’Iloti pei lavori servili. Nei Comizi del Foro Romano la proporzione era all’incirca la medesima. In queste repubbliche, dunque, due quinti de’ loro abitatori disponevano arbitrariamente degli altri tre quinti. L’eguaglianza lasciava qualchecosa a desiderare. Non è questa dunque la forma che cerchiamo.
Nelle repubbliche del medio evo, in Firenze, per esempio, la Signoria coll’assistenza di Consigli più o meno numerosi, secondo l’epoche, disponeva liberamente degli uomini del contado. Le sue città ubbidivano a Palazzo Vecchio d’allora, precisamente come sino all’anno scorso hanno ubbidito a Pitti.
Dunque neppur questa è la Repubblica che vogliamo.
Prendiamo le moderne.
Abbiamo le Spagnuole dell’America Meridionale, quella degli Stati Uniti, la Svizzera, e San Marino.
Lo stato normale delle Spagnuole è la guerra civile: ognuno lo sa, ed è inutile parlarne.
Agli Stati Uniti, invece d’esservi un principe ed un governo irresponsabile come in Austria, ovvero un’oligarchia come era nella Repubblica di Venezia, è irresponsabile la plebe. Essa sa benissimo che può quel che vuole. Nessuna legge sta contro di lei; e quelli che governano, non hanno altro pensiero che d’indovinare le voglie e i capricci per non perdere l’impiego.
L’assolutismo della democrazia è colà arrivato alle sue ultime conseguenze, ed ha spaventato il mondo col-