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A CIRO D’ARCO.





Non è la prima volta che ci incontriamo nel propugnare quella vera e grande democrazia del diritto comune, onore quanto futuro riposo dell’età moderna, contro quell’altra falsificata, col privilegio dal sottinsù.

Questa lotta, antica quanto il mondo, quanto le passioni ed i vizi degli uomini, non finirà che con loro. L’umanità è dunque condannata a combatterla fino all’ultimo giorno. Ma le condizioni della lotta non son sempre le stesse.

Oggi il mondo cammina per colpi di scena: mentre si scrive, esso si trasforma; e lo scrittore che s’immaginasse poter contribuire a farlo uscir salvo da un passo scabroso, non arriva a farsi stampare, che il mondo n’è già uscito da sè benissimo, e si trova già entrato in una difficoltà nuova.

A mezzo gennaio quando incominciai questo scritto, era da temersi Garibaldi, o meglio, chi di lui si copriva.

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