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AGRICOLTURA, ECONOMIA RURALE.
Aqua e sul, la campagna la vé de gul — Acqua e sole, la campagna viene di volo — cioè la vegetazione prospera assai.
A roncà e a fabricà no s’sa mai i danér che gh’va (Ang.) — A dissodare ed a fabbricare non si sa mai quanto denaro occorra.
A san Martì l’è vèć töt ol vi — A san Martino è vecchio ogni vino (Tosc.) — ma i migliori bevitori sogliono dire:
A san Martì stópa ’l tò ’i, e a Nedàl conmensa a tastàl — A san Martino (11 nov.) stoppa il tuo vino, ed a Natale (25 dic.) comincia ad assaggiarlo.
As’ conòs l’erba da la soméssa — Ogni erba si conosce al seme — e figuratamente si dice per dire: Dalle opere si conosce quel che l’uomo vale.
Ca face e ciós desfàć — Casa fatta e terra sfatta — Insegna a comperare case in buon essere e campi trasandati.
Chi no sgoba de stàt, d’invèren al sa cicia i onge — Chi non lavora d’estate, d’inverno si succia le unghie — cioè non ha da mangiare. Chi dorme d’agosto, dorme a suo costo, dicono i Toscani; e nei proverbi di Salomone si legge: Qui stertit æstate filius confusionis.
Chi nó somna, nó regói — Chi non semina, non ricoglie — e dicesi anche figuratamente.
Chi öl fa öna bona caalerada, per san Marc la séa nada — Chi vuole il buon bacato, per san Marco (25 aprile) sia nato — ed i Toscani dicono anche: A san Marco il baco a processione.
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