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Ol Signúr i a créa e pò I a compagna àc — Dio fa gli uomini e poi li appaja — Pares cum paribus facillime coeunt.
Per la compagnéa ’l töl moér a’ ü fra — Per compagnia prese moglie un frate (Tosc.). È detto proverbiale di coloro che per compagnia non sanno disdire, e trova modi corrispondenti nella ottava novella di Agnolo Firenzuola: «Per compagnia berrei senza sete, mangerei senza fame, digiunerei senza vigilia, udirei due messe il dì del lavorare, ecc.»
Póca brigada, éta beada — Poca brigata, vita beata — e
In poca zét al gh’è quiét — In poca gente c’è quieto — però si suol dire anche:
L’è méi zét che ròba — È meglio gente che roba — Væ soli! Per comprendere tutto il valore di questa specie di grido bisogna ritornare col pensiero ai tempi lontani, in cui non esistendo ancora lo stato, l’individuo isolato non avrebbe potuto sussistere. Oggidì pare si preferisca l’individualismo; c’è perfino chi non vorrebbe più la famiglia. Io per me sto ancora coll’antico proverbio.
CONDIZIONI E SORTI DISUGUALI.
Ai caai magher al ghe cor dré töte i mosche — Le mosche si posano addosso ai cavalli magri — Il proverbio tedesco dice: Alles Unglück läuft den Armen nach, Ai poveri corrono dietro tutte le disgrazie.
A töla coi piò forć, as’ va col có rót — Chi viene a contesa con più forte di lui, si rimane col capo rotto — cioè colla peggio; onde Chi ha cervelliera di vetro non vada a battaglia di sassi.
Bisogna ligà l’asen do’ ’l völ ol padrù — Bisogna legar l’asino dove vuole il padrone.
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