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VI.

Appresso il quarto modo

  È questo, d’ond’io godo,
E ad ogne creatura
  Dispuose per misura
Secondo ’l convenente
  Suo corso, e sua semente.
E ’n questa quarta parte
  Ha loco la mia arte:
Sì, che cosa, che sia,
  Non ha nulla balìa
Di far nè più, nè meno,
  Se non a questo freno.
Ben dico veramente,
  Che Dio onnipotente,
Quello, ch’è capo, e fine
  Per gran forze divine
Puote ’n ogne figura
  Alterar sua natura,
E far suo movimento
  Di tutt’ordinamento.
Sì come déi sapere,
  Quando degnò venére
La Maestà sovrana
  A prender carne umana
Nella Virgo Maria:
  Ch’incontro l’arte mia
Fue ’l suo ’ngeneramento,
  E lo suo nascimento;
Che davanti, e da poi
  Sì come savem noi
Fue netta, e casta tutta,

  Vergine non corrutta.
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