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  Che ’ncontra Morte andrete almi Guerrieri
  Armati ogn’hor de’ vostri figli alteri.
  Quai Mitre, quai Corone, e quali honori
  Sì degni figli havranno?
  Immortali saranno
  Nei figli i Genitori,
  E rinascer la Madre
  Vedrà nel figlio il fortunato Padre.
Havrai di generoso
  Ardir Canzone il vanto,
  Bench’eguale al desio non s’erga il canto.

SONETTO LXXXIV.

H
O ben sentito rallentarsi i nodi

In me d’Amor, ma non disciorsi mai;
  E se talhor di libertà cantai
  Fù per celar il duol, di cui ti godi.
Con le frodi io celai d’amor le frodi,
  Ma superarle invan (lassa) tentai.
  Hor tù, che del mio mal sì altero vai
  Gioisci, che non fia, ch’unquà mi snodi.
Convien, ch’io t’ami (ohime) mentre havrò vita.
  Nè fia da me l’amara doglia scossa,
  Quand’ancor l’alma fia da me partita;
Perche rinchiuso il corpo in poca fossa
  Seco starà sì la mia fiamma unita,
  Ch’arderan per le tue le mie fredd’ossa.

SONETTO LXXXV.

M
Isera io chiamo pur, ma chiamo indarno

Il mio Sposo, che seco il mio cor tiene,
  Che fatte invidiose del mio bene
  Lo ritengono à me le rive d’Arno;


Ond’io

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