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  Per mio maggior tormento
  Ivi mi porta il vento;
  Perch’io sostenga disprezzata Amante
  L’ingiuria ancor de le tue crude piante.

MAD. XLIII.

S
Aettandoti credi

Amor piagar costei, ma non t’avedi,
  Ch’ella hà di selce il core,
  Onde ardenti faville
  Escono à mille, à mille,
  Che destan nel mio sen vivace ardore,
  E pur ogn’hor più fredda, ogn’hor più dura
  Le tue saette, e ’l foco altrui non cura.

MAD. XLIIII.

P
Erche non volgi ò Filli

Quegli occhi, onde tranquilli il Ciel turbato
  A questo, che piagasti afflitto fianco?
  Deh mira in quale stato
  Mi vivo, e come stanco
  Già caggio sotto l’amorose some;
  Deh mira Filli come
  Per non udir mio duolo oltre ’l costume
  Ratto se n’ fugge al Mare il vicin Fiume.

MAD. XLV.

C
Hiudami gli occhi Morte

Quì dove l’alma già m’aperse Amore.
  Che fia men dura sorte
  Il morir, che ’l mirar bella, ma fera
  Donna; che nel bel volto


G     3          Ha ’l

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