< Pagina:Rime (Andreini).djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
104

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:116|3|0]]

Sol t’era questa fronte specchio, e solo
  Questo seno prigion dolce, e gradita;
  Ed hor crudel fuggi da me lontano.
Deh torna, e tempra il mi’ angoscioso duolo.
  Tu, che sol darmi puoi soccorso, e vita,
  Ch’ogn’altro aiuto è per me tardo, e vano.


All’Illustriss. & Eccellentiss. Sig.

D. ALESSANDRO D’ESTE

prima, che fosse Cardinale.

SONETTO XCI.

C
On heroico stil, con puri inchiostri

Generoso Alessandro altri colori
  Tue rare doti, e se medesmo honori
  Di te cantando, e ’l tuo valor dimostri.
Dica altri pur, che de l’invidia i Mostri
  Vinti, nascono à te Palme, ed Allori,
  Ch’à te largo destina i suoi tesori
  Il Cielo; ond’ecco già le Mitre, e gli Ostri.
Che se da lunge io vò scorgendo il vero
  Dirò, ch’andrai di sì gran fregi onusto,
  Che sì alto non poggia human pensiero;
E s’egual la mercede al pregio altero
  Haver dei, forse ancor fia spazio angusto
  Del Mondo il giro al tuo devuto Impero.

SONETTO XCII.

D
A la bella cagion del pianger mio

Lontana respirar sentendo il core
  Homai folle sperando ogni dolore,
  Ogni amaro pensier porre in oblìo


Orgo-

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:116|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.