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Se le fredd’ombre de la notte oscura
  Non temprasser l’ardor, che ’n me disserra,
  Quel guardo: arderia già mio fragil velo.
Così se ’l Verno con le nevi, e ’l gielo
  Non temprasse (qual suol) l’estiva arsura
  Inutil polve diverria la terra.


Al Christianiss. Rè di Francia

HENRICO QUARTO.

Con la fortezza acquistarsi l’immortalità.

Canzonetta Morale VII.

F
Renò l’hore fugaci, e del gran Mondo

Giove gli ordini ruppe; al Sol impose,
  Che le faci del dì tenesse ascose
  Legando Eto, e Piroo nel Mar profondo.
Espero, che ’l mattin suol cangiar nome
  Tardò ’l passo; onde fur congiunte in una
  Tre notti; e vide à suo piacer la Luna
  Del suo vago il bel viso, e l’auree chiome.
D’aprir sue rose in Ciel mostrò l’Aurora
  Segno; ma Giove al suo desir contese;
  Ond’ella poi, che l’alto cenno intese
  Fèo col vecchio Titon mesta dimora.
Sentì l’Orto, e l’Occaso il nascimento
  Del forte Alcide, il cui sovran valore
  Per haver d’ogni Mostro altero honore
  Non potèa d’una notte esser contento.
Nacque il fanciul superbo, e con famosa
  Forza (benche nascente) in terra gli angui


Di-

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