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  Nè di chieder pietate havèa baldanza,
  Non che giusta mercè de’ miei tormenti.
Quando à me volta con pietosi accenti
  Disse Madonna sotto humil sembianza:
  Hor che ’l tuo duolo ogn’altro duolo avanza
  Temp’è di far’ i tuoi desir contenti.
Mendace ella sì disse; e nel pensiero
  Altro chiudèa, perche ’n perpetuo affanno
  Vivessi essempio d’infelice amore.
O memorando lusinghiero inganno.
  Hor veggio (lasso) come ancide un core
  Falsa gioia non men, che dolor vero.

SONETTO CV.

D
Ov’è la vita mia, ch’à me non torna?

Dov’è colei, ch’à lagrimar m’induce?
  Ahi forse vuol quell’amorosa luce,
  Ch’à me s’annotti, quando altrui s’aggiorna?
Dove l’anima mia lieta soggiorna
  Chi per pietade Amanti hor mi conduce?
  Ma stella forse ella fiammeggia, e luce,
  E più vaga del Sol le Sfere adorna.
Esser non può; che se da noi partita
  Fosse Madonna, havrìa veloce, e presta
  Lasciato ancor quest’alma il fragil velo;
E s’al primo suo albergo ella foss’ita
  La Terra si vedrìa languida, e mesta,
  E viè più lieto, e più ridente il Cielo.

SCHERZO VII.

D
Eh girate

Luci amate
  Pietosetto quel bel guardo:
  Che mi fugge;


H     2          Che

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