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Al molto Illustre Signor
GIROLAMO BISACCIONE.
La miseria humana esser commune à tutti.
Canzonetta morale X.
Preme l’aureo Monton del Mar infido;
E mentre Friso ei trahe securo al lido
Helle riman nel pelago spumoso.
Piange il fanciul la misera sorella,
Che dà con la sua morte à l’onde il nome;
Poi frena il duolo, e si rallegra come
Sè vede fuor de l’aspra, e ria procella.
Deucalion con ciglio asciutto mira,
E la fida consorte l’Universo
Da l’onda ultrice homai tutto sommerso,
Poi ch’essi hanno del Ciel fuggita l’ira.
Hor tù, ch’afflitto sì tuo Fato piagni
Dicendo lasso me, qual son? qual fui?
Volgi la mente à le sventure altrui,
E vedrai quanti hai nel dolor compagni.
Vedi quel legno tù dai flutti absorto
De l’Oceàn, vedi le merci erranti,
E come à gran fatica i Naviganti
Già gravi d’or giungono ignudi al porto.
Mira colui, che ’n duro carcer langue,
O quel cui fiume irato allaga i campi,
Od altro, à cui tutto l’albergo avampi,
O quel, che piange unico figlio essangue.
Deh |
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