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SONETTO II.

S’
Avverrà mai, ch’ad alcun pregio arrive

L’amoroso mio stil nato di pianto,
  Sarà vostra la lode, e vostro il vanto
  O de l’Anima mia luci alme, e dive.
Voi le fiamme d’Amor nel sen più vive
  Rinovellando in me destate il canto;
  Sol voi dettate, in voi sol leggo quanto
  Suona la lingua, e la mia penna scrive.
Ma perche più dolce uso un giorno prenda
  L’amaro suon de’ lagrimosi accenti
  Bella pietate in voi fiammeggi, e splenda.
Che s’un dì fien men gravi i miei tormenti
  Farò, che ’l valor vostro alto s’intenda
  Da le rive gelate à i lidi ardenti.

SONETTO III.

D
Olci asprezze, e soavi, aspri, & noiosi

Vezzi, frali ragioni al mio ben tarde,
  Menzogne vere, verità bugiarde,
  Affanni lieti, e ’n duol piaceri ascosi,
Riposate fatiche, egri riposi,
  Tema piena d’ardir, forze codarde,
  Foco gelato, giel, che mai sempr’arde,
  Mesti canti d’amor, pianti gioiosi,
Inferma sanità, morte vitale,
  Stabil martir, diletto fuggitivo,
  Odiata beltà, ch’afflige, e piace,
Piaga, che vien da rintuzzato strale,
  Odio amoroso, e combattuta pace
  Son l’aspra vita, ond’io morendo vivo.


    SO-

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