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Lunge dal bel sereno,
Che dolce bèa ne’ suoi tormenti il core
Segno è cred’io d’altro novello amore.
Questa mestizia nova,
Questo novo pallor son’argomenti,
Che ’l mio mal si rinova.
Lo sprezzar gli ornamenti
Lunge da lui, con lui bramarli è segno,
Ch’à poco, à poco esca d’amor divegno.
Esser fatta gelosa
Di chiunque il bel volto intento mira,
Pender da l’amorosa
Bocca, onde ’l cor respira
A gli sguardi non men pronta, che à i detti
Son di verace amor veraci effetti.
Ah che pugnar bisogna
Con questa à danno mio nascente fiamma
Prìa, che l’Alma, che agogna
Il bello, onde s’infiamma
Tutta incendio divegna, e ’nvan poi l’acque
Brami incontr’à l’ardor, che già le piacque.
Sospir, gemiti, e pianti,
Guerra, speme, timor pace, e desìo
Cibo sièn de gli Amanti.
Esca sia del cor mio
Quella, che ancor pur libertà fruisco
Incauto Augel corra à le reti, al visco.
Questi avisi primieri
A prender l’armi homai pronta mi fanno.
Le finte gioie, e i veri
Dolor d’empio Tiranno
Segua chi vuol, ch’io troppo (ohime) conosco
L’amarissimo à l’Alma assenzio, e tosco.
Combatti |
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