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Ch’altri nasconde sotto un vago ciglio,
Al mio novello, e sì soàve ardore.
Deh qual porgi consiglio?
Sprono, ò pur freno il core?
Ahi, che ’l vento, che dianzi il legno spinse
Al desiato porto
Indi (lasso) il costrinse
A spezzarsi, e restar da l’onde absorto.
Al Christianiss. Rè di Francia
HENRICO QUARTO.
SONETTO CXXII.
Quel nome sì temuto, e sì possente?
Destisi homai la sonnacchiosa mente
Nè più d’un bel desìo l’alma si sfaccia.
O magnanimo Henrico hor non ti spiaccia,
Che scoprendo del cor l’affetto ardente
Segua devota anch’io frà tanta gente
Del tuo valor la gloriosa traccia.
Ben si ved’hor, che per regnar se’ nato,
E trionfar regnando, e ’l fiero stuolo,
Che te vincer tentò mandar in fondo.
Che più? te stesso hai vinto; onde beàto
In Terra, e ’n Ciel ti veggio. ahi duolmi solo,
Che picciol campo à’ tuoi gran fatti è ’l Mondo.
Al |
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