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MAD. XC.

I
N leggiadretta gonna,

Che d’azurro, e d’argento intessut’era
  Ella m’apparve, ch’è del mio cor Donna,
  E ben sembrommi alhor senz’alcun velo
  Veder Cinthia nel Cielo;
  Indi à gli occhi s’offerse in vesta nera;
  E d’Amor Maga vera
  Sparse tenebre, e luce d’ogn’intorno;
  Che la notte ci addusse il fosco manto,
  E ’l viso honesto, e santo il chiaro giorno.


Alla Sereniss. gran Duchessa di Toscana M.

CHRISTIANA DI LORENO MEDICI.

SONETTO CXXXVIII.

 

Q
Uel celeste candor, che ’n te si vede

Serenissima Donna, è chiaro segno,
  Che l’alma tua giù dal celeste Regno
  Seco trasse al venir trà noi la fede.
A te l’alto Signor per grazia diede
  Esser de l’honestà vero sostegno,
  E l’ali ogn’hor del tuo divino ingegno
  Spiegar del Cielo inver l’eterna fede.
Tù di vera pietà se’ Fonte vera;
  Nè di gloria caduca hai tù desìo
  Intenta sol’ ad opre e giuste, e sante.
L’esser di regio sangue è in te cred’io
  La minor dote, onde risplendi altera.
  Così adorna ti fè l’eterno Amante.


SON.

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