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UNA NINFA INVOCA

il Sonno.

CANZ. I.

S
Onno soave, e dolce

Lascia le chiuse tue fosche latebre;
  E con l’ombra tua placida, e gradita,
  Ch’ogn’aspro affanno molce
  Chiudi l’humide mie gravi palpebre.
  Soccorri à la mia vita
  O del Silentio, e de la Notte figlio,
  E serenando il mio turbato ciglio
  La tua quiete amica
  In parte acqueti la mia doglia antica.
Sciogli lo spirto mio
  Da queste membra sue terrene, e frali;
  Affretta il tuo venir bramato Sonno,
  Adempi il mio desio.
  Le mie sciagure ò dolce oblio de’ mali
  Da me partir non ponno
  Se tu dolce volando à me non riedi.
  Cortese Dio, pietoso Dio non vedi,
  Non vedi (ohime) che solo
  Da te soccorso attende il mio gran duolo?
Chiudi questi occhi homai
  S’occhi pur son, ch’à me sembran duo Fonti
  D’amarissimo pianto. ò Sonno amato,
  Caro Sonno che fai?
  Hor tace il Mar, tacciono e ’n selve, e ’n Monti
  Le belve; e del mio stato
  Duro io sola mi doglio, e vò piangendo:
  Da te però qualche conforto attendo;


    O del

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