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MAD. XCVI.

I
O vi prego begli occhi,

Occhi per cui soàvemente i’ ardo,
  Che solo nel mio petto,
  Nel mio cor solo scocchi
  L’acuto strale del bel vostro sguardo.
  Ecco lieto io l’aspetto.
  Deh non volgete altrove
  Quei colpi, onde ’l mio ben sì largo piove:
  A fin, ch’altri non sia
  A parte meco de la gioia mia.

MAD. XCVII.

N
Ovo Prometeo al mio bel Sole adorno

Baldanzoso rubai
  Di foco in vece un dolce bacio un giorno
  Onde me stesso già morto avvivai:
  Ma perche troppo osai
  Nel Caucaso gelato
  De la fierezza sua fui condannato;
  E del mi’ ardito cor, che ogn’hor rinasce
  Quasi Avoltoio Crudeltà si pasce.


All’Illustrissimo Sig. Marchese

PIRRO MALVEZZI.

SONETTO CXLII.

S
E nobil Donna varie gemme, ed ori

Mirando, brama d’ornamenti regi
  Vaga apparir, non sà di tanti fregi
  Qual pria le adorni il seno, ò ’l crin le ’nfiori.


    Anch’io

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