< Pagina:Rime (Andreini).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

7

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:19|3|0]]

  O del mio core spene
  Dunque sopisci tù l’aspre mie pene.
Già gli Animai pur tutti
  Questi si stanno e le noiose cure
  Poste in oblìo si posan nel tuo seno;
  Io trà sospiri; e lutti
  Ne i freddi horrori, e ’nfrà le larve oscure
  Onde l’aer’ è pieno
  Ardo infelice; e già la notte è scorsa
  Oltre ’l meridian termino, e l’orsa
  Sparisce à rai del Sole,
  Nè de l’aspro mio duolo ancor ti duole.
Ahi solo aperti al pianto
  Staranno gli occhi miei mentre à viventi
  Chiuderalli dolcissima quiete?
  Sonno deh perche tanto
  Tardi à recar conforto à miei tormenti?
  Per me l’onda di Lete
  E secca dunque? ò Sonno à le mie doglie
  Pon fine homai, se la tua bella moglie
  Con dolcissime tempre
  Nel foco del tu’ amore avampi sempre
Gradito ozio de l’alme
  S’à le mie voglie ti dimostri amico.
  Ti prometto l’augel nunzio del giorno
  Sacrar con queste palme.
  A te solo fia dato un’antro antico
  D’edera cinto intorno,
  Ove prender potrai dolce riposo.
  Di papavero grato, e sonnacchioso
  Havrai corona vaga;
  Dunque col tuo venir mia mente appaga.


A     4          Deh

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:19|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.