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Incauto Amante ad arder solo intento
Sparsi dolce da gli occhi amare stille.
Nè cruda osò giamai chiamarvi il core;
Poich’altri non havèa quel, ch’i’ più bramo.
Hor del vostro fallir piange, e s’adira.
Ad altrui sendo pia cruda vi chiamo;
E pien d’ingiusta doglia, e di giust’ira
Cangio in disprezzo il disprezzato amore.
All’Illustriss. & Reverendiss. Sig.
CARDINAL S∙GIORGIO
CINTHIO ALDOBRANDINI.
SONETTO CLXVII.
Che s’ei la terra, tù le fosche menti
Purghi, e rischiari; s’ei co’ raggi ardenti
Ne desta i fior, tù di virtù n’accendi.
Tù fregiate d’honor l’anime rendi
S’ei di lume le stelle, e gli elementi;
S’egli avviva, e mantien tutti i viventi,
Tù al giovar solo, & al beàr intendi.
Così qual Sole in Vaticano un giorno
Risplenderai nel più sublime seggio
Di gloria più che di corone onusto.
Poi lasciato del Mondo il giro angusto
Cinthio secondo Sole in Ciel ti veggio
Viè più che ’l primo di bei raggi adorno.
SONETTO CLXVIII.
Colpa de gli occhi tuoi crudo portai,
Lagrime |
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