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Ma se ciò non si deve al merto mio
  Perche ’nteso è da me? perche sperato?
  O perche à me non fia da voi negato,
  Se fora il consentir ingiusto, e rìo?
Poi se m’è tanto caro don conteso
  Che far devrò? cessar forse d’amarvi?
  L’honor forse ritrarre à voi devuto?
Non Isabella nò; perch’anco in darvi
  Riverente, ed humil tale tributo
  Alto ben prova huomo di voi acceso.


Risposta.

SONETTO CLXXXIIII.

S
E i fieri Serpi Hercole invitto estinse,

Hercole tù con valorosi gesti
  Gli empi d’invidia rèa Serpi uccidesti,
  E vinto il Tempo hai tù, s’ei Cacco vinse,
S’egli cotanti Mostri à morte spinse,
  Tù vincesti gli affetti al cor molesti,
  Tu da la Fama illustre manto havesti,
  S’ei del Leon Nemèo la spoglia cinse;
S’egli termine pose à l’Oceàno,
  E tù ’l ponesti à la virtute; intanto,
  Ch’altri à fatica di lontan l’accenna.
Ben degna è certo l’una, e l’altra mano;
  Che quanto l’una alzò la clava, tanto
  L’altra à gloria immortal portò la penna.


Sonetti

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