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  Guidar leggiadre amorosette danze;
  Ma scinte, e con le chiome
  Incolte, e sparse al vento
  Lascian cader il mento
  Sopra il lacero seno.
  Ecco d’affanni pieno
  L’avaro zappator invan si lagna
  De’ suoi sparsi sudor; poiche la Terra
  Niega de l’aurea messe,
  Il solito tributo;
  Perche de la tua morte men dolente
  Non è di quel, che fosse alhora, quando
  La rapita Proserpina piangèa.
  O Genitrice amata
  Quel latte, che mi desti
  Hora ti rendo intanto
  Amarissimo pianto,
  E questo, e del tuo corpo, e del mio core
  Sepolcro havrà da me lagrime, e fiori
  Finche d’unirmi teco il Ciel benigno
  In grazia mi conceda.
  Intanto ò cara Madre
  Fruisci quella pace, che n’hai tolta.
  Godi mia Genitrice
  Amata viva, & honorata morta.


P               DA-

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