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INCANTESIMO EGLOGA III.

Argomento.

Una Ninfa innamorata fieramente di Tirsi Pastore apparate alcune cose da maga Donna, per mezo di quelle si studia richiamarlo al suo primo amore, dal quale ei s’era tolto, e vedendole riuscir vane, le danna, risolvendosi di non creder mai più alle loro bugie.


H
Or che la Notte à la suprema altezza

Giunta del Ciel verso l’Hibero fugge;
  Hor, che sopite in un soàve oblìo
  Tien le fatiche de’ mortali il sonno;
  Hor che taccion le frondi
  Al tranquillo tacer de le mort’aure,
  Nè de la Terra il duro volto preme
  Col passo errante, ò fiera,
  Od huom, che tutto è dal silenzio oppresso;
  E quei dorme securo
  In grotta alpina, e questi
  In pagliaresco albergo
  Posando, i lumi chiude.
  Io fatta già da l’empio Amor tiranno
  Di Ninfa belva, à l’aria humida, e fosca
  M’accingo à richiamar Tirsi crudele
  Con magiche parole,
  E con herbe recise al Sol notturno:
  Tirsi crudel, ch’à l’amor mio s’è tolto.
  Spargi Clori il terren de l’acque, ch’io
  Tolsi da tre Fontane; e ’l novo Altare
  Fatto di terra, e d’herbe intorno cingi


Q               Tre

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