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Pietà del dolor mio l’alma ti punga.
Deh porgi ò Luna à’ nostri incanti aìta.
Prestami il tuo favor, fà, che l’ingrato
Ritorni à farsi amante, e la sua parte
Habbia anch’egli del foco, ond’io tutt’ardo.
Sgombra da lui la natural fierezza,
Fà, che benigno le pietose orecchie
Porga a’ miei giusti preghi,
E pietà non mi neghi.
Deh porgi ò Luna à’ nostri incanti aìta.
Hor se ’l tuo volto eternamente scopra
Gli argentati luci raggi, e de le nubi
Rompano la caligine profonda,
Onde con bianche, e pure corna il Cielo
Tu vada ogn’hor rotando;
Nè mai Pastor de’ baci tuoi se n’ vada
Per gli alti monti altero,
Concedi à me dolente,
E sconsolata amante
Quel, che pregando io chiedo.
Deh porgi ò Luna à’ nostri incanti aìta.
Senti ò mia Clori, senti,
Ch’abbaia il fido cane.
Certo questo latrar è buon’augurio,
O pur m’insegna amor crederlo tale;
Amor, che di menzogne il mio cor pasce.
Tirsi non veggio (ohime) non veggio il Sole,
Che le tenebre mie sgombrar solèa.
M’accorgo ben, che son gli incanti vani,
E più vana è colei, che dà lor fede.
Falso prodigio di verace doglia
E ’l bugiardo latrar, ch’or mi dimostra.
Che ’l |
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