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  Re sì possente, che l’origin prima
  Da qualche servo, ò da Pastor non habbia?
  E qual è servo, ò Pastorel sì vile
  Che ’n qualche tempo anch’egli
  Del suo legnaggio antico
  Non possa raccontar corone, e scettri?
  Tutti siamo Amaranta
  Frondi d’una sol pianta,
  E tutti al fin cadiamo
  Nel general Autunno de la morte.
  Mentre ricchi saremo
  Stimati ancor sarem nobili, e degni.
O quanti sono, ò quanti
  In pregio sol per l’oro, à cui più tosto
  Si converria voltar i duri campi
  Col torto aratro, che vestir la seta.
  Ed huomini gentili esser chiamati.
  Hor poi, che tanto di ricchezze abondo
  Potrò ben frà più degni andar anch’io.
  Oltre che se virtù (quant’alcun dice)
  Fà l’huom nobile tanto,
  Per tal dote potrò da’ più prudenti
  Esser accolto ancora.
Vieni dunque ò mio Sole,
  E con amor gradisci
  Chi con amor la tua bellezza inchina.
  Di duo si faccia un core, e poi sia retto
  Da pari voglia. vieni,
  Vieni bella Amaranta,
  E fà meravigliar col tuo sembiante
  La Città non avezza
  A veder un bel volto
  Per natural beltade.


    Vieni

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