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  Nascessi, al pianto, al duolo;
  E che sol degno io fossi
  D’amare, e di penar non di gioire.
  Ma se Nigella mia
  Non vuol pietosa del mio duol dolersi
  Per minor male almeno
  Se n’allegrasse cruda.
  Ma per non esser pìa nega pietate;
  E per esser più cruda:
  Nega ancor crudeltate.
  Per te la Greggia mia cruda Nigella
  E più di me felice.
  Quella di verde herbetta
  Lietamente si pasce,
  Io di tormento carco
  Di secca speme il mio dolor nudrisco.
  Per te quasi due Fere
  Van guerreggiando insieme
  Crudeltate, ed Amore.
  Crudeltà per te pugna,
  Amor per me combatte,
  Dove Fortuna voglia
  Destinar la vittoria
  Dir non saprei; sò ben che la Fortuna
  E compagna d’Amore:
  Ma che dich’io compagna?
  Ahi, ch’ella è per me sol d’Amor nemica;
  O s’ella è pur amica
  Per gradir ad Amor m’afflige anch’essa.
  Lasso ben pugna, e per me pugna Amore,
  Ma pugna nel mio core.
  Quì, quì tutte le fiamme,


Quì

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