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Sospiri, e taci? ò come è vano, e frale
  Schermo questo al fallir. deh saggio riedi
  A te stesso, al tuo bene, e scaltro chiedi
  Per più bel volo al Ciel cortese l’ale.
Odi Ragion, che ti minaccia, e sgrida;
  Ma pertinace pur brami il tuo danno,
  Brami seguir lui, ch’à penar ti sfida.
Ahi frutto i bei consigli in te non fanno.
  Chiedi morte? l’havrai, ma vuò t’ancida
  Anzi questa mia man, che Amor tiranno.

ALL’ILL. SIG. GABRIELLO CHIABRERA.

Nessuna cosa esser più durabile della Virtù.

Canzonetta Morale I.

V
Ago di posseder l’indico argento,

O le gemme di Tiro, al salso Regno
  Fida ingordo Nocchiero augel di legno,
  E fà, ch’ei l’ali spieghi ardito al vento.
Quand’ecco fremon l’onde, e Borea scorre
  L’aer fosco; guerreggia ed Euro, e Noto;
  Onde pieno di tema, e d’ardir voto
  Egli, e sua vana speme à morte corre.
Fatto ricco la sete empia consola
  Con l’oro quei, c’hà d’adorarlo in uso;
  Ma da l’Erario in mille parti chiuso
  Rapacissimo fulmine l’invola.


    Que-

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