< Pagina:Rime (Andreini).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

25

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:37|3|0]]

SONETTO XXIII.

 

D
El Sereno mio Sol la chiara luce

(Contrario effetto) perch’io lassa viva
  Quand’ella splende più, di lume priva
  Fosca nel mezo dì notte m’adduce;
Ond’è, che versa l’una, e l’altra luce
  Calde lagrime in vano, e l’Alma schiva
  D’horror piena, e d’ardor di riva in riva
  Mia fera stella à sospirar m’induce.
Si di mia verde età misera l’hore
  Traggo in pianto, e’n faville, e non comprendo
  Qual sia maggior in me l’onda, ò la fiamma.
Tal verde legno ancor nel foco ardendo
  Ne mette in dubbio, se ’l cadente humore
  L’incendio avanza in cui tutto s’infiamma.

SONETTO XXIIII.

A
Che piango infelice? à che sospiro?

Ah questi indizi son d’usata doglia.
  Al pianto, ed à i sospiri il fren discioglia
  Quei, ch’amando sostien lieve martiro.
Troppo del sen, troppo de gli occhi usciro
  Sospiri, e pianti. hor che più fier m’addoglia
  Il mio tormento di morir m’invoglia
  Disperato, e giustissimo desiro.
Se non m’ancide il duol, se ’nvan m’attempo
  Per impetrar mercè del lungo affanno
  Deh qual salute homai sperar mi lice?
Sciogli tu Morte pia que’ nodi, c’hanno
  Quest’Alma avvinta; che ’l morir à tempo
  E don dato dal Cielo, e don felice.


    SO-

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:37|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.