< Pagina:Rime (Andreini).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
54

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:66|3|0]]

  A più matura età grazie sì immense,
  Che un dì sarai del Ciel base possente.
Dopo ’l gran flutto, che la terra oppresse
  Pura colomba à l’incavato legno
  Portò di pace la bramata fronda.
Così tè ancor d’eterna pace in segno
  Di Marte à scherno il sommo Padre eresse,
  Tal, c’hor ne gode il Ciel, la Terra, e l’onda.


AL SERENISS. CARLO EMANUEL

Filiberto Duca di Savoia, &c.


SONETTO LII.

F
Amoso Carlo, e per virtute altero

Dritto era ben, che t’annodasse il Fato
  A quel Rè potentissimo, e beàto
  Gloria, e splendor del chiaro sangue Hibero.
Dritto era ancor,che ’n vera pace, in vero
  Amor, e d’union teco legato
  Quegli fosse à gli scettri, à l’arme nato
  Non sò qual più gran Rege, ò gran guerriero,
Hor godi, e mentre il minaccioso orgoglio
  Langue di Marte, e la tua fama i vanni
  Spiega; de le tue palme il frutto prendi.
Quindi poi nel celeste Campidoglio
  Trionferai dopo gran giro d’anni
  Presso à i gran Rè, da la cui pianta scendi.

SONETTO LIII.

F
Orse appar sì leggiadra in Ciel qualhora

Coronata di rose, e di viòle
  Richiama à le dolcissime carole
  Gli innamorati augei la vaga Aurora?


    Forse

    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:66|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.