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  Per lor mi discoloro
  Talhor, talhor avampo,
  N’è mai ritrovo scampo à miei martiri,
  E di pianto mi pasco, e di sospiri.
Benedico la man, che ’l cor m’aperse,
  E le care ferite
  D’un veleno vital poscia cosperse.
  Mi son care, e gradite
  Le pene, e chi m’ancide
  (Chi mai ciò ’ntese, ò vide?) e servo, e bramo,
  E quanto ei m’odia più, tanto più l’amo.
Ben tal volta al dolor le porte aprendo
  Piango (lassa) e m’adiro
  Come del Mar turbato onda fremendo.
  Inquieta sospiro,
  Fuggo, & odio me stessa,
  E quella Imago impressa entro al mio petto
  Più che Mostro d’Abisso emmi in dispetto.
Sì vaneggia mia vita stanca, e lassa,
  Ch’un’hora stessa in gioco,
  E ’n riso, e ’n pianto, e ’n sospirar trapassa;
  Nè fermo stato, ò loco
  Già provo, ò trovo mai;
  Ma d’affanni, e di guai sempre pur piena
  Unquà per me non sorge hora serena.
Canzon se trà gli Amanti
  Troverai chi si vanti esser beàto
  Dì che poco si dura in tale stato.


Al

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